giovedì 23 dicembre 2010

# 71 - La dama senza ombrello

La donna senza ombrello
si sveglia che è già tardi.
Orgoglio delle notti.
Ho lanciato un filo di polvere e capelli
ed è volato dritto nella troposfera.
Ho sentito che mi stavi sparando,
è perché non ti davo carboidrati.
La donna senza ombrello
si sveglia che è già stanca.
Orgoglio dei miei sogni.
Hai voluto che ti ascoltassi,
e le tue storie mi lanciano nei pensieri.
Hai deciso di lanciarmi nelle strade di Sybar,
a mangiare nel numero atomico 13.
La donna senza ombrello
si sveglia che è qui accanto.
Orgoglio dei miei occhi.


# 70 - L'ultima notte

Le mie braccia bianche,
indefinite e stanche.
Solo il vento le fa infreddolire.

Le tue notti bianche,
ad annerir polmoni.
Neppure il vento le fa infreddolire.

E la sabbia si abbatte sulle pietre a riva,
e consumando le trascina a sé.

E il tuo sguardo si abbatte sopra i miei cortili,
e senza sforzi mi alzo e seguo te.

Nelle arie da gran signora non ti riconosci,
fuori i frutti e dentro il meglio che hai.
Lasciati guardare ancora e ancora,
lasciami sfiorare un assaggio di pace.

Non avrò mai tutta la notte per dimenticare quello che è il giorno,
Non avrò mai tutta la notte perché tanto, gioia, torno.



Ph: http://www.flickr.com/photos/disfunzioniprimarie

mercoledì 8 settembre 2010

# 69 - Brace

Scende.
A gocce così lente
da non sembrare niente
se non un po' di blu.

Tace.
Quell'organo capace
di somigliare ad anice
se tu non sei più tu.

Entra.
Nell'onda così lenta
gelata come menta
di fronte agli occhi che hai.

Muore.
Il battito migliore
mi sveglio e sono ore
che non respiro più.

Vende.
La sua anima al potente
che dietro alle sue tende
non ti risponderà.

Vive.
quell'attimo sublime,
inquieto e senza fine
che ci dividerà.

Legna.
Che la cenere spenga
se il fuoco non ottenga
di avvicinarti a me.

Brace.
Che venga a darmi pace
ora che tutto tace
e domani a te verrà.



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venerdì 20 agosto 2010

# 68 - Come musica

Perché non sei musica da catturare
e quando voglio poterti ascoltare

Tutto d'un fiato.

Perché non puoi essere sangue?
Sei dentro di me e mi dai vita,
ma basta poco per uscire
dalla ferita.

Portami a ballare quando c'è la luna piena,
fammi immaginare il suo riflesso sulla schiena.

Cullati nelle onde sotto l'ombra delle braccia.
Chiudimi nel suono del respiro delle labbra.


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domenica 20 giugno 2010

# 67

Sono a casa.
E tu già dormi.
E un altro cane abbaia alla luna. E' un poeta che cerca fortuna.
Potessi avere i miei occhi per vederti come ti vedo io, sarebbe l'estasi più pulita, sarebbe l'estate più calda. E' pioggia di giugno, è pianto senza tetto, è un portafortuna che tengo stretto.
Il collo di bottiglia con le tue impronte di labbra, la nave senza chiglia che mi porterà a casa.
Ho cose troppo grandi da poterti.
Raccontare, di sassi sotto i piedi ché ne ho già tolti miliardi, io sono la ferita, tu taumaturga e sani.

# 66 - Musa, e persa.

Musa, e persa.
La chiave del cancello dei sogni non l'hai mai data a me. E vorrei esserci dentro, vorrei esserne il centro.
La linea del tuo corpo che sta tutta in una mano, mi dispiace di svegliarla.
Vorrei stringerti nel sonno, e baciarti di continuo. Ma hai lo sguardo così pieno, così bello, così intenso. Ed immagino le lingue che si intrecciano ai respiri, ed il sole che filtra dai tuoi occhi.
Musa, e persa.
Chissà dove, ma non con me.
Musa, e persa.
Io ti amo, come non ho amato mai.


martedì 25 maggio 2010

# 65 - Dei binari

Quattro o cinque stelle spente con i piedi, guardi il cielo e ne cerchi altre.
Di catrame ne abbiam bevuto fin troppo, prendiamo un'insegna luminosa.
Il televisore mi ricorda che sto bene così in digitale, le strade strette sono con la polvere, sotto al letto.
Ti ricordi quei cuscini che sapevano di nuovo? Sono vecchi fogli di volti.
E le mani sudate sui vestiti freschi, e le chiavi di volta dei tuoi pensieri.
Quasi a forma delle suole, quasi a forma delle aiuole.
Dei binari mi innamoravo quando viaggiavo via mare.

*Quattro o cinque stelle spente con i piedi appartiene a Raffaele Niro.

# 64

Maledico il tempo, tu maledici le distanze.
L'essenza è quella che viene dopo e si vede prima.
Io non esisto. Ed esisto solo in te.
Ci deporteranno un giorno, e mi seguirai in silenzio nel barcone.
Puoi aggrapparti con quel poco peso che hai, se va male e cadiamo atterrerai su di me.
Dove hai lasciato il tappeto da doccia volante? E' l'unica cosa che ci serve adesso. E' l'unico mezzo per vederci, a mezz'aria.
Sotto l'acqua.

mercoledì 12 maggio 2010

#hopersoilconto - Io solo sa

Nelle cose che non so di te, preferisco le marginali.
Quando muovi le mani, io solo sa il rumore dell'aria che tagli.
Orme invisibili e il luminol che mi hai prestato, noto tutti i tuoi passi e li fotografo in linea retta, i sampietrini ringraziano.
Chiuso per ferie, dicevano un tempo, se aprissero gli occhi il sole non brucerebbe.
E le rive che non ho ancora toccato, le gocce di mare in cui non ti specchi, e quei capelli neri di notte, che voglio tolgano luce alla mia vista.
Non ricordo a che numero ero, non contemplo i lunghi termini che non ti riguardino.
Non riesco più a stare sveglio, e sembro morto - finché qui non torni.
Sembro morto - finché qui non dormi.


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venerdì 26 marzo 2010

# 62 - Requiem per le ore che non sono bastate

Quando speri e non si rompe, il corrimano sempre più veloce di noi. I tuoi passi stremati alla fine della salita. Schiudersi di labbra e sorrisi, polvere di luna sopra gli occhi.

La pioggia di Berlino che non ha coraggio, il sole di Roma che ti raschia la gola. Se chiudo gli occhi, dove sei? Una stanza che non riconosco è meglio di una che non conosco affatto?

Per le ore che non sono bastate, per i profumi non ancora lavati, per i castelli non ancora distrutti, per splendere più di tutti.


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lunedì 15 febbraio 2010

# 61 - Paracadute (I)

Due corpi specchio di anime unite, ossa che affondano come pietre.
Verrà l'estate e non vorrai più abbracciarmi, ma è a te che mi tengo stretto.
Tu non hai brividi?
Ogni riva di mare è buia e fredda, ma tu guarda le stelle, guarda come brillano per te.
Così guarderò nella tua direzione, ma tu non mi presterai attenzione, e bagnati di schiuma marina mi dirai che vedi dritto attraverso me.
Quando ho contato i miei demoni, ho scoperto che ce n'era uno per ogni giorno, ma son bastate le tue labbra per levarmeli di torno.
Non cambiamo mai, vero?

lunedì 1 febbraio 2010

# 60 - Soodan

Gli spigoli sono i miei limiti, sterili e inutili spazi da offendere, fendono i giorni nei quali tu militi, e ti allontanano dai toni vividi.

Tu che mi inventi, io che ti distruggo. Scivola sopra qualsiasi mio cruccio, sputami addosso quello che è sbagliato, che sei superiore e me l'hai dimostrato.

E quando avrò in testa di cenere il bianco, alzami gli occhi e resta al mio fianco.
E quando avrò in testa di cenere il nero, annettimi ancora, dentro al tuo impero.

giovedì 28 gennaio 2010

# 59 - Preghiera

Regala la tua stanchezza alle mie braccia. Dormimi addosso come fossi il nido di una distrutta fatina.
Del tuo sonno sono sogno, fai di me destinatario del più dolce tuo primo respiro.
Il pensiero più bello che ho, è cucito su di te, e tra tutti i significati, il senso profondo del mio tempo ti appartiene.
Il sangue che mi mancava adesso scorre nelle tue vene. Proteggi, illuminami e guida i miei passi nelle lune piene.


lunedì 25 gennaio 2010

# 58 - Per A.S. e D.M. ovvero Del motivo per cui la vostra sconfitta è più importante della nostra vittoria

Il commercio illegale dei cartelli vendesi ha fatto un'altra vittima, che lui era così. "Carino" - dicon tutti - mentre si toccano il culo e sanno di restare senza portafogli di sicuro. Prendono parti che non sanno recitare neanche un po'. Ci lasciano affogare nella merda dei "sennò", propongono dei nomi che non sanno chi si è noi, le tue narici bianche parlano anche troppo. E poi, vorrei vederti ancora tra vent'anni e con un figlio , cosa gli insegnerai? A votare e fare un tiro? Che siamo nati insieme, con le ginocchia sbucciate, però ti hanno bruciato con promesse esagerate. Il tuo peso politico, lo sa chi ti circonda, dipende da se ingrassi, se la pancia l'avrai tonda. E dopo averti usato, al tesoro forse andrai, stornelli di marino, salvati adesso che puoi. E togliti dai guai, che la testa sai cos'è, e si diventa viscidi a stare un po'con te, volevi che il tuo sogno avesse la forma delle tue mani, ma ti ritroverai a contar vuoto da domani.

# 57 - Effe u ci kappa

Ah, è così che mi torni in mente?
Senza permesso mi invadi di notte, quando che io non ho difesa alcuna, quando che lei riposa e non mi è accanto. Ti ricordi quella notte, nella zona rossa, quando lo schianto voleva rovinarti il Natale?
Io no.
Ridammi tempo e spazio, niente più è tuo. Solo le parole, che vuote ho messo in un cassetto. Depositato in luoghi scuri, per buttarti fuori prima.

giovedì 21 gennaio 2010

# 56 - Del perché molte cose vanno per il verso giusto.

Ho un marker verde da buttare, però me lo dimentico.
Se apro i libri e leggo frasi, è solo colpa dei tram.
Avrei dovuto lavorare ed essere indipendente,
invece arrivo a fine mese senza mani in tasca.
Mi hanno prestato una chitarra, però non so suonarla più,
ho altri pensieri per la testa, e la protagonista sei tu.

E dimmi cosa devo fare e, mia cherie, io lo farò.
Chiedimi almeno di restare sdraiati a letto ancora un po'.
E con le mani intrecciate, ordinami vita.

Dovrei ancora darmi da fare, ma preferisco scriverti,
per alleviare ogni pena, perché non puoi essere qui.
Ho un pezzo pronto nel cassetto, ma adesso non lo apro più;
è così pieno e colorato che vorrei lo vedessi tu.
E dammi ancora un po'di te, la parte col tuo profumo,
mi serve a colorare i giorni...e per non tornare nessuno.

E dimmi cosa devo fare e, mia cherie io lo farò.
Esprimi almeno un desiderio, che parli di quello che so.
E con le labbra intrecciate, passami vita.

mercoledì 13 gennaio 2010

# 55 - Blu dev'essere di acqua o sigarette, niente sabbia, niente lacrime.

Se qualcosa deve cambiare,
prego non sia adesso,
prego non sia tu.
Sante note che ci muovono, se mi poso tra le crome è perché sono parole delle tue dimensioni.
E se provano d'invidia o forse celia ad intralciare il tuo percorso, nero scende di petrolio e brucia greve sui suoi sassi.
Prendi il peso di ogni riga e la bilanci con un soffio, e colori questi stati cancellando il grigio intorno. Non è nenia nella testa, solo mani, adesso addosso.
Siamo quello che stavamo aspettando.


domenica 3 gennaio 2010

# 54 - Quattro elementi sono i regni del cosmo, ma applicati su di te neanche mi bastano

Acqua che mi manca proprio mentre io ho sete, bagnami le labbra e dammi dipendenza.
Fuoco che riscalda la mia pubblica quiete, incendia queste notti buie e bianche.
Terra che mi accoglie nuda tra le sue onde, macera coi vermi le paure torturanti.
Vento che mi porta aria fresca sulla fronte, liberami adesso dalle attese sfibranti.
Tu che esisti per riempire le mie mani, chiudi gli occhi e gioca coi miei anni.