domenica 30 gennaio 2011

# 72

Giorni lenti, abrasi e consumati
dalle aiuole su cui ci siamo addormentati.
I tuoi prati di amianto, i miei aborti di sole,
il sintomo che corregge traiettorie nuove.
Sono alto poco più di me stesso,
nelle notti che mi sono perso.
E' una parte di sapore che non riesco a scordare,
come bolle di sapone sopra l'erba ad aspettare.
E' un respiro più profondo
sulla linea dei pensieri.
E' la mia rivoluzione
che mi libera da ieri.
Sul tappeto del tuo corpo
mi ci stendo come un cane,
che se ti brillano gli occhi,
a me brilla tutto il mare.
Io resisto poche ore,
non fidarti dei rossetti
dei lustrini, delle luci,
quando senza stringo i denti.


Ph: www.flickr.com/photos/disfunzioniprimarie