domenica 15 novembre 2009

# 48 - Testamento di un parolaio

E' l'ingordigia a caratterizzarmi.

Ingordo di qualsiasi cosa che rasenti il limite di una passione. Pezzi di legno con corde, fogli di carta con parole scritti da altri, cerchi di plastica con incisi testo e musica. Tutto si salva nel disordine della mia stanza, una specie di isola pedonale dove giacciono senza il rischio di essere investiti, spazzati via.

Ho imparato col tempo a non aver paura di alzare la testa ed aprire gli occhi quando c'è il sole, ma ancora non riesco a respirare. Tra qualche anno faremo la fila anche per chiudere gli occhi al ritmo di un notturno che non passa mai.

Ingordo di mani, inventami in storie che non so, toglimi peso e traportami. Tra due sponde abbandonami, in languide insenature di carta.

Al ritmo di un fruscio.

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