domenica 11 settembre 2011

#75 - Tanto ormai

Manca l'aria in questa stanza
come i fiumi alle pareti,
sono qui, se non ci credi.
Prendo note d'amarezza.
Pescatori con la fretta
di volere ripartire
nell'eterno divenire
della folla, di sé stessa.
So che mancano quegli occhi,
e i respiri consumati
e se il verbo non è "amarsi",
che non sia più alcun sapore.

sabato 2 aprile 2011

# 74

Avrai cieli stellati d'asfalto macchiato dai tuoi caffé nelle note grigie e nere come la pelle di daino sugli occhi per tutte le sere spente come i lampioni di quando eravamo bambini, ma cresceremo e grideremo non sono stato io, sulle macchine parcheggiate ai lati dei burroni, con le aspirine mezze sciolte nei bicchieri, e le feste comandate, e le giornate sprecate a costruire barricate, ed i precari, e gli abomini delle nuvole sugli orizzonti di tuo figlio, e quando all'alba proveremo ad impiccare i nostri sogni scoprirai che la realtà è peggiore del velluto dei sedili e ci spegneremo le mani negli abissi del sole.

venerdì 18 febbraio 2011

# 73 - Le campagne annacquate, i tuoi occhi oceanici.

Corro, sui tetti e i solai.
Mi affanno per raggiungerti.
Nelle corsie, gli ospedali

sono tana per me.

Bagnami gli occhi di "mai".
Grida che continuerai.
Piove e arrugginisci le
mie lame d'inutilità.


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domenica 30 gennaio 2011

# 72

Giorni lenti, abrasi e consumati
dalle aiuole su cui ci siamo addormentati.
I tuoi prati di amianto, i miei aborti di sole,
il sintomo che corregge traiettorie nuove.
Sono alto poco più di me stesso,
nelle notti che mi sono perso.
E' una parte di sapore che non riesco a scordare,
come bolle di sapone sopra l'erba ad aspettare.
E' un respiro più profondo
sulla linea dei pensieri.
E' la mia rivoluzione
che mi libera da ieri.
Sul tappeto del tuo corpo
mi ci stendo come un cane,
che se ti brillano gli occhi,
a me brilla tutto il mare.
Io resisto poche ore,
non fidarti dei rossetti
dei lustrini, delle luci,
quando senza stringo i denti.


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giovedì 23 dicembre 2010

# 71 - La dama senza ombrello

La donna senza ombrello
si sveglia che è già tardi.
Orgoglio delle notti.
Ho lanciato un filo di polvere e capelli
ed è volato dritto nella troposfera.
Ho sentito che mi stavi sparando,
è perché non ti davo carboidrati.
La donna senza ombrello
si sveglia che è già stanca.
Orgoglio dei miei sogni.
Hai voluto che ti ascoltassi,
e le tue storie mi lanciano nei pensieri.
Hai deciso di lanciarmi nelle strade di Sybar,
a mangiare nel numero atomico 13.
La donna senza ombrello
si sveglia che è qui accanto.
Orgoglio dei miei occhi.


# 70 - L'ultima notte

Le mie braccia bianche,
indefinite e stanche.
Solo il vento le fa infreddolire.

Le tue notti bianche,
ad annerir polmoni.
Neppure il vento le fa infreddolire.

E la sabbia si abbatte sulle pietre a riva,
e consumando le trascina a sé.

E il tuo sguardo si abbatte sopra i miei cortili,
e senza sforzi mi alzo e seguo te.

Nelle arie da gran signora non ti riconosci,
fuori i frutti e dentro il meglio che hai.
Lasciati guardare ancora e ancora,
lasciami sfiorare un assaggio di pace.

Non avrò mai tutta la notte per dimenticare quello che è il giorno,
Non avrò mai tutta la notte perché tanto, gioia, torno.



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mercoledì 8 settembre 2010

# 69 - Brace

Scende.
A gocce così lente
da non sembrare niente
se non un po' di blu.

Tace.
Quell'organo capace
di somigliare ad anice
se tu non sei più tu.

Entra.
Nell'onda così lenta
gelata come menta
di fronte agli occhi che hai.

Muore.
Il battito migliore
mi sveglio e sono ore
che non respiro più.

Vende.
La sua anima al potente
che dietro alle sue tende
non ti risponderà.

Vive.
quell'attimo sublime,
inquieto e senza fine
che ci dividerà.

Legna.
Che la cenere spenga
se il fuoco non ottenga
di avvicinarti a me.

Brace.
Che venga a darmi pace
ora che tutto tace
e domani a te verrà.



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venerdì 20 agosto 2010

# 68 - Come musica

Perché non sei musica da catturare
e quando voglio poterti ascoltare

Tutto d'un fiato.

Perché non puoi essere sangue?
Sei dentro di me e mi dai vita,
ma basta poco per uscire
dalla ferita.

Portami a ballare quando c'è la luna piena,
fammi immaginare il suo riflesso sulla schiena.

Cullati nelle onde sotto l'ombra delle braccia.
Chiudimi nel suono del respiro delle labbra.


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domenica 20 giugno 2010

# 67

Sono a casa.
E tu già dormi.
E un altro cane abbaia alla luna. E' un poeta che cerca fortuna.
Potessi avere i miei occhi per vederti come ti vedo io, sarebbe l'estasi più pulita, sarebbe l'estate più calda. E' pioggia di giugno, è pianto senza tetto, è un portafortuna che tengo stretto.
Il collo di bottiglia con le tue impronte di labbra, la nave senza chiglia che mi porterà a casa.
Ho cose troppo grandi da poterti.
Raccontare, di sassi sotto i piedi ché ne ho già tolti miliardi, io sono la ferita, tu taumaturga e sani.

# 66 - Musa, e persa.

Musa, e persa.
La chiave del cancello dei sogni non l'hai mai data a me. E vorrei esserci dentro, vorrei esserne il centro.
La linea del tuo corpo che sta tutta in una mano, mi dispiace di svegliarla.
Vorrei stringerti nel sonno, e baciarti di continuo. Ma hai lo sguardo così pieno, così bello, così intenso. Ed immagino le lingue che si intrecciano ai respiri, ed il sole che filtra dai tuoi occhi.
Musa, e persa.
Chissà dove, ma non con me.
Musa, e persa.
Io ti amo, come non ho amato mai.


martedì 25 maggio 2010

# 65 - Dei binari

Quattro o cinque stelle spente con i piedi, guardi il cielo e ne cerchi altre.
Di catrame ne abbiam bevuto fin troppo, prendiamo un'insegna luminosa.
Il televisore mi ricorda che sto bene così in digitale, le strade strette sono con la polvere, sotto al letto.
Ti ricordi quei cuscini che sapevano di nuovo? Sono vecchi fogli di volti.
E le mani sudate sui vestiti freschi, e le chiavi di volta dei tuoi pensieri.
Quasi a forma delle suole, quasi a forma delle aiuole.
Dei binari mi innamoravo quando viaggiavo via mare.

*Quattro o cinque stelle spente con i piedi appartiene a Raffaele Niro.

# 64

Maledico il tempo, tu maledici le distanze.
L'essenza è quella che viene dopo e si vede prima.
Io non esisto. Ed esisto solo in te.
Ci deporteranno un giorno, e mi seguirai in silenzio nel barcone.
Puoi aggrapparti con quel poco peso che hai, se va male e cadiamo atterrerai su di me.
Dove hai lasciato il tappeto da doccia volante? E' l'unica cosa che ci serve adesso. E' l'unico mezzo per vederci, a mezz'aria.
Sotto l'acqua.

mercoledì 12 maggio 2010

#hopersoilconto - Io solo sa

Nelle cose che non so di te, preferisco le marginali.
Quando muovi le mani, io solo sa il rumore dell'aria che tagli.
Orme invisibili e il luminol che mi hai prestato, noto tutti i tuoi passi e li fotografo in linea retta, i sampietrini ringraziano.
Chiuso per ferie, dicevano un tempo, se aprissero gli occhi il sole non brucerebbe.
E le rive che non ho ancora toccato, le gocce di mare in cui non ti specchi, e quei capelli neri di notte, che voglio tolgano luce alla mia vista.
Non ricordo a che numero ero, non contemplo i lunghi termini che non ti riguardino.
Non riesco più a stare sveglio, e sembro morto - finché qui non torni.
Sembro morto - finché qui non dormi.


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venerdì 26 marzo 2010

# 62 - Requiem per le ore che non sono bastate

Quando speri e non si rompe, il corrimano sempre più veloce di noi. I tuoi passi stremati alla fine della salita. Schiudersi di labbra e sorrisi, polvere di luna sopra gli occhi.

La pioggia di Berlino che non ha coraggio, il sole di Roma che ti raschia la gola. Se chiudo gli occhi, dove sei? Una stanza che non riconosco è meglio di una che non conosco affatto?

Per le ore che non sono bastate, per i profumi non ancora lavati, per i castelli non ancora distrutti, per splendere più di tutti.


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lunedì 15 febbraio 2010

# 61 - Paracadute (I)

Due corpi specchio di anime unite, ossa che affondano come pietre.
Verrà l'estate e non vorrai più abbracciarmi, ma è a te che mi tengo stretto.
Tu non hai brividi?
Ogni riva di mare è buia e fredda, ma tu guarda le stelle, guarda come brillano per te.
Così guarderò nella tua direzione, ma tu non mi presterai attenzione, e bagnati di schiuma marina mi dirai che vedi dritto attraverso me.
Quando ho contato i miei demoni, ho scoperto che ce n'era uno per ogni giorno, ma son bastate le tue labbra per levarmeli di torno.
Non cambiamo mai, vero?

lunedì 1 febbraio 2010

# 60 - Soodan

Gli spigoli sono i miei limiti, sterili e inutili spazi da offendere, fendono i giorni nei quali tu militi, e ti allontanano dai toni vividi.

Tu che mi inventi, io che ti distruggo. Scivola sopra qualsiasi mio cruccio, sputami addosso quello che è sbagliato, che sei superiore e me l'hai dimostrato.

E quando avrò in testa di cenere il bianco, alzami gli occhi e resta al mio fianco.
E quando avrò in testa di cenere il nero, annettimi ancora, dentro al tuo impero.

giovedì 28 gennaio 2010

# 59 - Preghiera

Regala la tua stanchezza alle mie braccia. Dormimi addosso come fossi il nido di una distrutta fatina.
Del tuo sonno sono sogno, fai di me destinatario del più dolce tuo primo respiro.
Il pensiero più bello che ho, è cucito su di te, e tra tutti i significati, il senso profondo del mio tempo ti appartiene.
Il sangue che mi mancava adesso scorre nelle tue vene. Proteggi, illuminami e guida i miei passi nelle lune piene.


lunedì 25 gennaio 2010

# 58 - Per A.S. e D.M. ovvero Del motivo per cui la vostra sconfitta è più importante della nostra vittoria

Il commercio illegale dei cartelli vendesi ha fatto un'altra vittima, che lui era così. "Carino" - dicon tutti - mentre si toccano il culo e sanno di restare senza portafogli di sicuro. Prendono parti che non sanno recitare neanche un po'. Ci lasciano affogare nella merda dei "sennò", propongono dei nomi che non sanno chi si è noi, le tue narici bianche parlano anche troppo. E poi, vorrei vederti ancora tra vent'anni e con un figlio , cosa gli insegnerai? A votare e fare un tiro? Che siamo nati insieme, con le ginocchia sbucciate, però ti hanno bruciato con promesse esagerate. Il tuo peso politico, lo sa chi ti circonda, dipende da se ingrassi, se la pancia l'avrai tonda. E dopo averti usato, al tesoro forse andrai, stornelli di marino, salvati adesso che puoi. E togliti dai guai, che la testa sai cos'è, e si diventa viscidi a stare un po'con te, volevi che il tuo sogno avesse la forma delle tue mani, ma ti ritroverai a contar vuoto da domani.

# 57 - Effe u ci kappa

Ah, è così che mi torni in mente?
Senza permesso mi invadi di notte, quando che io non ho difesa alcuna, quando che lei riposa e non mi è accanto. Ti ricordi quella notte, nella zona rossa, quando lo schianto voleva rovinarti il Natale?
Io no.
Ridammi tempo e spazio, niente più è tuo. Solo le parole, che vuote ho messo in un cassetto. Depositato in luoghi scuri, per buttarti fuori prima.

giovedì 21 gennaio 2010

# 56 - Del perché molte cose vanno per il verso giusto.

Ho un marker verde da buttare, però me lo dimentico.
Se apro i libri e leggo frasi, è solo colpa dei tram.
Avrei dovuto lavorare ed essere indipendente,
invece arrivo a fine mese senza mani in tasca.
Mi hanno prestato una chitarra, però non so suonarla più,
ho altri pensieri per la testa, e la protagonista sei tu.

E dimmi cosa devo fare e, mia cherie, io lo farò.
Chiedimi almeno di restare sdraiati a letto ancora un po'.
E con le mani intrecciate, ordinami vita.

Dovrei ancora darmi da fare, ma preferisco scriverti,
per alleviare ogni pena, perché non puoi essere qui.
Ho un pezzo pronto nel cassetto, ma adesso non lo apro più;
è così pieno e colorato che vorrei lo vedessi tu.
E dammi ancora un po'di te, la parte col tuo profumo,
mi serve a colorare i giorni...e per non tornare nessuno.

E dimmi cosa devo fare e, mia cherie io lo farò.
Esprimi almeno un desiderio, che parli di quello che so.
E con le labbra intrecciate, passami vita.

mercoledì 13 gennaio 2010

# 55 - Blu dev'essere di acqua o sigarette, niente sabbia, niente lacrime.

Se qualcosa deve cambiare,
prego non sia adesso,
prego non sia tu.
Sante note che ci muovono, se mi poso tra le crome è perché sono parole delle tue dimensioni.
E se provano d'invidia o forse celia ad intralciare il tuo percorso, nero scende di petrolio e brucia greve sui suoi sassi.
Prendi il peso di ogni riga e la bilanci con un soffio, e colori questi stati cancellando il grigio intorno. Non è nenia nella testa, solo mani, adesso addosso.
Siamo quello che stavamo aspettando.


domenica 3 gennaio 2010

# 54 - Quattro elementi sono i regni del cosmo, ma applicati su di te neanche mi bastano

Acqua che mi manca proprio mentre io ho sete, bagnami le labbra e dammi dipendenza.
Fuoco che riscalda la mia pubblica quiete, incendia queste notti buie e bianche.
Terra che mi accoglie nuda tra le sue onde, macera coi vermi le paure torturanti.
Vento che mi porta aria fresca sulla fronte, liberami adesso dalle attese sfibranti.
Tu che esisti per riempire le mie mani, chiudi gli occhi e gioca coi miei anni.

giovedì 31 dicembre 2009

# 53 - Volcanoes melt me down

Sarebbe strano vedere da lontano i tuoi passi senza mordermi la carne. Sarebbe ingiusto respirare la tua aria e non comprimerla tra le labbra.

Fammi vedere il colore dei giorni,
Vivimi addosso anche fuori, anche oggi,
Scavami dentro ed allevia i dolori,
Ascoltami e toccami corde migliori.

Sarebbe sale sui polsi feriti, sentirti parlare dei sogni finiti. Sarebbe musica in chiave di sol, se i sospiri forti fossimo noi.

Esplodimi dentro come un vulcano,
E dammi la mano se bruci lontano,
E sfiorami solo al contrario di piano,
Diventerò terra, se ne sarai grano.

sabato 5 dicembre 2009

# 52 - E' fredda e vuota questa città senza il tuo respiro

Spirali di combustione.
Una metà che balla, l'altra è stesa. Una metà che grida, all'altra hai tolto le parole.
Riempiamoci gli spazi vuoti, e se avrò freddo bruciami, e se avrò paura uccidimi, e se tremerò guidami.
Nelle nostre anime affittate, e le autorizzate, e le nostre automatizzate convulsioni, sopra i cieli stellati, negli appartamenti usati dalla carta da parati, voglio il tuo sorriso stanco, sul tuo corpo così bianco. Starti addosso come schiuma che consuma la tua gola, voglio essere la piuma che ti provoca risate, stringi forte le mie braccia, scivolo sulla tua pancia, e di quei morsetti, sai, prima o poi ti stancherò.

venerdì 4 dicembre 2009

# 51 - E gli altri continuano a dire che nonostante tutto sei solo un'immagine.

A sentirli tutti bravi, tutti fai come me.
Loro non sanno i tuoi occhi.

Dita contro dita, bocca contro bocca, ogni giorno è un po'una lotta.

Se ci penso ho meno fiato, se ci penso ho meno pezzi, se ci penso, sprofondando, vorrei essere da te.
Viaggi per non arrivare, litanie da bestemmiare, luci da accendere e cose belle da rovinare. Un locale in meno dove andare la sera, un posto in più per posare le nostre ossa nello stesso momento. Telepatia, lo so che mi ascolti e che pensi quel che penso io.

So già che il tuo profumo mi farà impazzire, ché sarà unire i nostri corpi. Tra la punta delle dita disegnerò una farfalla, per spostarti col suo volo. Devo accenderti la luce.

giovedì 3 dicembre 2009

# 50 - E tu che sei bella come non ho visto mai, ed io che mi sporco della terra che non sai.

- Autoscrivo -

Questo è quello che sai fare (e nemmeno ti vien bene)

- Non è più per me -

Proteggimi anche quando sarò incivile e non ci sarà spazio per un vile come me. Sulla mia pelle i segni e le lenzuola, i tagli sulla gola e facce rigate, perché ho carte bagnate.

Me ne tornerò ai giorni vuoti e spenti perché almeno i turbamenti non avevano il nome che hai.
Scappa veloce dalla mia sete di mani, non sempre tutto è come sembra. Mi spezzo più che piegarmi e per i graffi che hai avrei l'unica cura che sai.

mercoledì 2 dicembre 2009

# 49 - Lyijynharmaa

Chi non corre mai lo fa adesso.
Contro il tempo, le stazioni e gli orari assurdi. Dev'essere mio il letto e le punture nelle gambe per svegliarmi, per non tremare come foglia al vento. Non dipende più da me il flusso sanguigno sottosopra. Non svengo perché tu non temi il peso e mi reggi.
La tua pelle di cosa sa? Scivola nel mio disastro. Incastrami le mani e quando avrò freddo ai polmoni, tu lasciali scaldare.
Hayez non sa dei tuoi occhi, delle mie pene e del tuo profilo da imparare con le dita. Mi dai dei nomi e divento EVANESCENTE, e i miei fogli non hanno abbastanza tempo per ingiallire.
Avrò abbastanza spazio da assaggiarti come voglio? Avrai abbastanza voglia di assaggiarmi quando toccherà a noi?
Centometrista a ostacoli, ho bisogno di poterti misurare. Litri, chili e metri di te potrebbero non essere adeguati.
E le lancette sono troppo lente.

domenica 15 novembre 2009

# 48 - Testamento di un parolaio

E' l'ingordigia a caratterizzarmi.

Ingordo di qualsiasi cosa che rasenti il limite di una passione. Pezzi di legno con corde, fogli di carta con parole scritti da altri, cerchi di plastica con incisi testo e musica. Tutto si salva nel disordine della mia stanza, una specie di isola pedonale dove giacciono senza il rischio di essere investiti, spazzati via.

Ho imparato col tempo a non aver paura di alzare la testa ed aprire gli occhi quando c'è il sole, ma ancora non riesco a respirare. Tra qualche anno faremo la fila anche per chiudere gli occhi al ritmo di un notturno che non passa mai.

Ingordo di mani, inventami in storie che non so, toglimi peso e traportami. Tra due sponde abbandonami, in languide insenature di carta.

Al ritmo di un fruscio.

sabato 7 novembre 2009

# 47 - In loving memory

Forse il tempo ci solleverà, era solo questione d'estetica. Se i controllori sapessero quanto hai corso per prendere il treno, non ti multerebbero mica.

E' andata amico mio, c'era il bivio ed hai preso un'altra strada. Non voltarti indietro, che senso ha fermarsi a guardare la terra bruciata?

Sei sempre stato di spalle larghe ed occhi stanchi, non so capire ma posso provare a scavare.

Ed ora in mezzo al legno, dimmi quanto fa freddo.

lunedì 26 ottobre 2009

#46 - Una delirante poesia

Non vorrei averti incontrata nel migliore dei momenti,
se il tempo cancellasse e fossimo tutti contenti,
non vedresti forse l'asse, detto della simmetria,
che separa in due le vite, e la tua dalla mia?

Non vorrei averti incontrata in momenti ben peggiori,
tra burrasche e turbamenti cerebrali che escon fuori
e riflettono sul viso, già segnato dagli eventi,
sarei stato più deciso nello stringere i denti.

Non vorrei averti incontrata, in generale un po'lo penso.
Che alla fine della fiera, come sempre, io c'ho perso.
Ma sarà nullo il rimpianto, ho abattuto una chimera,
mi sarà d'orgoglio e vanto nella luce della sera.

giovedì 8 ottobre 2009

#45 - Kynttilä

Cerco di catturare quanto più ossigeno possibile per restare viva. Devo riuscire ad arrivare a domani. Brucio per l'altrui diletto, la luce che porto non sarà mai tale da guardarci nelle anime. Lascia che pianga cera, e che col tempo abbandoni la forma eretta.

Strano destino quello di chi non sopporta il caldo dei tuoi occhi.

Cessa il vento, e per quanto mi allunghi non ho scelta.
Da quando ti allontani a quando torni resto spenta.

Come candela sopravvivo ai giorni.

domenica 4 ottobre 2009

#44 - Lennolle

Volatili sono i sentimenti.
Rapace è il tempo che si abbatte su carcasse di cuori.
Fragili coleotteri sono ormai le nostre anime, librate nel più azzurro dei cieli notturni.
Senza riferimenti, senza alcuna buona stella ad illuminare gli icarici tentativi.

Non convieni che bastava così poco?

Dicono che il decollo sia la parte meno semplice del tutto.
Proverò a volare tra i tuoi sogni.

venerdì 25 settembre 2009

#43 - /////

Alcune banalità è bene che vengano censurate.
Mostrare le proprie debolezze può essere un'arma a doppio taglio, meglio evitare.

giovedì 3 settembre 2009

#42 - Aria e sangue

Ci sono troppi modi.

Camminiamo in direzioni diverse e sai che non potrò mai darti ciò che vuoi.
Allora perché?
Sei la mia Waterloo.

Raffiniamo i nostri sogni, declassiamo ogni dolore. Quotidiano è il mio annaspare, non ci credo che tu faccia cose banali. Le risate sui giornali. Hai uno sguardo così bello. E' automatico deragliare.

martedì 25 agosto 2009

#41 - Così presto mai

La città che risorge, in realtà scivola su se stessa.
Trascinando giù dal letto chi ha da fare.
E gli altri dove vanno?

Le vene vuote e le mani intorpidite sono quasi un abitudine,
Dannazione al mio dormire poco.
Ed accusarne comunque gli effetti.

Vuoto della gente questo posto appare magnifico.



mercoledì 12 agosto 2009

#40 - неразберихагород

La doppia negazione diventa una frase affermativa.
Quasi come fosse una legge, non un errore grammaticale.
E se la doppia negazione proviene dalla stessa persona, ma in due tempi diversi e distanti, non c'è molto da fare.

Non avevo il tuo cuore, ma disponevo del resto. Adesso non c'è più presenza, ma i messaggi sono inequivocabili.
Il deflusso del tempo mi strogola i muscoli cardiaci.

E' questo il punto. Non servono gli eroi se la catastrofe non è di loro competenza. Bisognerebbe combinare guai rapportati al loro grado di soluzione.

venerdì 31 luglio 2009

#39

Cammini inconsapevolmente per strade che non hai mai visto, un circuito senza uscite e senza il parco chiuso per fare rifornimento.

Non sembri stanca, anche se sorridi sempre.

Arriverai ad un bivio, tra l'aorta e un ventricolo, e troverai un cartello luminoso.

Ti diverte così tanto passeggiare nel mio cuore?

giovedì 30 luglio 2009

#38 - Liquide e normali

Questi liquidi incolori che beviamo, queste anime scure, questi sorrisi spontanei, questi occhi velati, questi stati d'animo danzanti, queste lacrime pavide, quasti giorni aridi, queste dita fragili, questi dischi stremati, queste noie incolmabili, queste gioie labili, questi vuoti abissali, queste ore paradossali, questi sedili ribaltabili, questi abbracci lascivi, queste persone irrinunciabili, queste seduttrici schive, questi ritardi palpitanti, questi sguardi ardenti, queste tentazioni assenti, questi minuti latenti, queste paure indigeste, questi mozziconi scintillanti, questi gialli lampeggianti, queste ruote semoventi, questi secondi inesistenti, questi attimi fuggenti, queste memorie passate.

Queste rabbie soffocanti.

Queste impotenze disarmanti.

Questi lamenti blandi.

Questi giorni NORMALI.

mercoledì 29 luglio 2009

#37 - Il giorno della notte dei buoni propositi

Oggi è uscito il sole, di nuovo.

E' sempre così da queste parti. Nemmeno d'inverno il freddo scalfisce Apollo, che è sempre più vicino e sempre più strafottente.Non ho mai creduto alla favoletta della Terra che gira mentre il Sole sta fermo.

Magari altrove è davvero così, ma qui pare che la Pangea fugga dalla Luna, destinata come privilegio alla Panthalassa, quasi fosse spaventata dal buio, quasi fosse giusto così.

Il mio opposto, insomma. Rifuggo il giorno che mi spaventa e mi tuffo nella notte degli esercizi commerciali asserrandati dal timore.

Trovo sicurezza nel riconoscere quei monumenti illuminati dai lampioni comunali ormai annoiati, in grado di donar loro solo una luce inesorabilmente fioca rispetto alla loro splendida stoicità.

Voglio un faretto privato automatico a tenermi compagnia nelle notti bianche delle facce stanche, perché gli unici splendidi sono vittime di polveri bianche.

Non ci tengo a splendere, mi basta immaginare di essere in acqua e sorreggermi alla boa, mentre guardo gli scogli che fanno a gara per non essere sommersi.

Loro fuori ma dentro, io dentro ma fuori. E' stato sempre così.

martedì 28 luglio 2009

#36 - Anidride

Abbiamo bruciato tutto, le tappe non sono mai state una nostra priorità. C'è odore di anidride carbonica in fiamme, ed è sufficiente inspirare per rendermi conto che il fuoco sei tu.

I cartelloni impongono la nuova moda dell'antico oriente, mi conviene svoltare a sinistra, se davvero voglio perdermi.

Da dietro sei tra le mille altre che seguo con lo sguardo, cercandoti a costo di deplorare le miglia di retta che congiungono i nostri due punti sul piano.

Mia principessa dagli occhi enormi, lascerai alle mie malinconie il greve compito di riempire formulari per me?

Lo sai che lascio pezzi in ogni posto, per tornarci di nascosto. Raccogliere altri fogli da differenziare, questa volta sarà ruvido.

Vedi il fiume che non posso più maledire, bacia lui per me. Almeno le pietre non possono ribellarsi a quel che provo.
Sono pelle, sangue e caos.

domenica 26 luglio 2009

#35 - Notturno imprecisato

Dovevo soltanto ruotare la testa per accorgermi che tutto era storto. Nella dinamica dei corpi è la legge dell'assurdo a farci stare in piedi.
Non mi fai ridere mai come vorrei.

Ma non dicevi che avresti voluto piangere con gli alberi?

Dimenticavo di dirti che lì ero felice.Poi mi asciughi e scappi via.

venerdì 3 luglio 2009

#34 - Contraddizioni

Le vecchie cotonate la mattina vanno a messa e il pomeriggio lo passano al bingo.

Chi pensa al futuro, lo fa perché odia il suo presente.
Chi pensa al passato, lo fa perché odia il suo presente.
Chi pensa al presente, non ha tempo per viverlo.

La mia ombra mi protegge di giorno ma la notte si nasconde dietro di me.

Senza ispirazione scrivevo il triplo.

lunedì 8 giugno 2009

#33

Hai visto la polvere scivolare.
Hai sentito il suo rumore mentre arrivava su di te.
E forse non è stato tutto sbagliato.
E forse non è stato tutto qui.

Ho chiuso le porte dalle quali entrava l'afa.
Ho saccheggiato spazio, tempo e controvoglia ho stretto i denti.
E forse non sei stata un errore.
E forse non sei uscita dai miei sogni.

Abbiamo snaturato le ferite che ancora sanguinavano.
Abbiamo rischiato che ogni immagine diventasse sporca e opaca.
E forse non siamo stati abbastanza furbi da capire.
E forse non saremo in tempo per recuperare.

Avete visto quello che è successo.
Avete avuto un pensiero troppo distante.
E forse il meglio deve ancora arrivare.
E forse già vi muove il vento che aspettavate.

venerdì 5 giugno 2009

#32 - .:unexploded:.

Prepara la bomba.

Usa l'esplosivo della migliore qualità, le carte più pregiate. Salteranno in aria questi stronzi, nessuno escluso. Perfetto. Mettila lì che non ti vede nessuno e dai fuoco alla miccia. La senti che brucia, la vedi la fiamma. Preparati a ridere.


...pfff...


Il sibilo della polvere da sparo bagnata gli scaraventò in faccia la realtà. Fece cilecca, non riuscì nell'impresa di distruggere, dopo che in tutta la vita non aveva mai creato qualcosa di valido.

Inesploso.

Tocca fare tutto da capo. Un'altra volta.

#31 - _rising_

Stamattina è uscito il sole.

Umani coraggiosi con le mezze maniche e le braccia bianche, la vita ricomincia, mentre quella grande palla gialla se ne sta ferma, immobile, da chissà quanti anni, sempre più splendente, sempre più bollente.

Mi fermo a guardarlo, e un po' lo invidio, perché almeno lui sta lì fisso, accanto a lei. A volte coperto da lei.

Sembra avermi sentito. Sapevo che stavo gridando troppo.

Ha lo sguardo cattivo di chi ha appena accettato un duello dal suo nemico. E' severo, inflessibile. Ha scelto me, mi avvolge, mi travolge.

Non penserete mica che le gocce, quando sono insieme, si uniscano? Anzi, restano più separate che mai, ognuna persa nel suo microcosmo.

E altro calore, divento più piccola. Sento l'estasi, sto sciogliendomi, evaporando. Crede di punirmi col fuoco, ma è solo il mio ciclo che ricomincia; di nuovo aria, di nuovo acqua. Di nuovo io, di nuovo tu. Forse non tu forse uguale.

Stanco
Svanisco
Debole
Appiglio no
Forza zero
Gravità meno

E caldo e idrogeno e ossigeno. Novecentotto. Stillicidio di un'altra era, ciò che sono e sarò; ciò che voglio e farò. Libero quando si incontreranno di nuovo.
Di me non resta altro se non un mucchio di molecole felici di essere sospese a mezz'aria, nell'aria.

Non sto ritornando.
Non sono mai andato via.

giovedì 4 giugno 2009

#30 - _puddle_

Dov'è di preciso che sono finito?
Non so rendermene conto, vedo solo un pezzetto di cielo dalla forma sommaria e irregolare.


La notte è passata ruvida e incolore, e certo la presenza di una grande luce piantata qui sopra, proprio negli occhi, non aiuta. Ho piuttosto freddo e stanotte nemmeno ho dormito. Qui sto stretto, e ogni tanto passa qualcuno che distrattamente mi calpesta.

E poi osservavo il tuo allontanarti, cercando di trattenere i miei istinti. Mi manchi. Questo gioco non mi piace, non mi è mai piaciuto. Dove stai andando senza di me? Quali altre nuvole incontrerai? Quante volte riderai? Cerco il tuo sguardo guardando in alto, ma non credo che qualcuna possa somigliarti.


Troppo rotonde, troppo spigolose, troppo sconnesse.


Provo a lasciare le frasi senza punti, magari voleranno a te o chissà


E intanto aspetto il mio momento, combatto con le altre per non andare giù, voglio restare più in alto possibile, guardarti finché sparisci del tutto per avere meno tempo per il rammarico


Sei troppo veloce, ed io troppo immobile


Punto.

#29 - _raindrops_

Piovo.
Io piovo.


Mi sono illuso che stare sulle nuvole potesse durare per sempre, ma è bastato un po'di vento a scaraventarmi giù. E' una sensazione strana, una sorta di grande asciugacapelli freddo. Mi giro e ti guardo, sei così bella e malinconica, grigia e cupida da quaggiù.

Mi hai portato in posti mai visti, e vederli con te è stato dolce come solo il posarsi della polvere sa essere. Quanto tempo fa abbiamo volato sopra Berlino? E quanto era bella Torino dall'alto?


Ma qualcosa è andato storto. Un Eolo inutile ha deciso che dovevo andare via. Vedo altre come me innamorate del tuo splendore, alcune già sull'asfalto, altre appena scese. Solo io cerco di tornare su, ma è troppo complicato. Credo sia inutile.

Ora mi rotolo almeno verso di te, non mi va di vedere i cassonetti e le macchine e le strade tutte uguali mentre mi allontano. Quando mi confonderò sulla terra, voglio tu sappia che una parte di te resterà fissa tra i ricordi. E quando dicevo "non ci lasceremo mai", ero sincero.


Ma sono solo una goccia, e sto per schiantarmi.


Mi dispiace, ti ho persa.




sabato 30 maggio 2009

#28

Flusso.

Scivolavano i passi, uno dopo l'altro sull'asfalto. Alla destra, altra strada; alla sinistra il fiume. Stava per iniziare quel che mai avrei sperato. Un incontro, degli sguardi, pochi attimi, sufficenti solo a farmi cadere a terra. Temevo che tutto sarebbe stato magnifico. Quando ho iniziato a correre non ero stanco. Il flusso lascia estirpare ogni forma di contatto.

Derive.

Le tue mani piccole fervide nitide e timide, alla deriva dei sensi. La soggezione di non saper cosa dire, sperando che ogni parola non debba misurarsi con il metro della goccia che è perenne mia compagna. Angoli opposti. Le sere da solo a limare gli spigoli, le notti gialle a schiacciare i miei sogni per farti entrare.

Parole.

Quelle che non ho mai avuto, quelle che non ti ho detto e quelle che ancora vorrei dirti. Quelle che vorrei sentire da te, quelle che leggo e le altre che immagino. Quelle che scavo, perché non importa. Quelle che mi alzano da terra e mi sbattono al muro, devo finirla. Quelle che sento e che non tornano e che non sono mai andate. A cosa stavo pensando quando mi han chiuso l'ossigeno?

Tutto si perderà.

sabato 23 maggio 2009

#27

E così hai deciso di andartene. Pare tu abbia voluto smettere di combattere. Tu che mi tenevi per mano quando facevo i primi passi. Tu che mi hai insegnato ad andare in bici senza ruote. Hai pensato che forse è meglio lasciarci qui. Tu che mi hai gonfiato di botte quando ho tirato dal naso. Io che ti ho preso a calci quando ci hai provato anche tu. Tu che hai conosciuto mio nonno e me lo raccontavi. Tu che la sera del primo concerto hai sfruttato quel che sapevi di elettronica per aggiustarmi la chitarra. Tu che mi hai detto Ricordati che qualsiasi cosa TI accada, sarà sempre colpa tua. Tu che sai più o meno tutto di me, aggiornato a febbraio. Tu che ti sei perso una parte fantastica della mia vita. Io che mi sono perso gli ultimi mesi, io che sto col fiato sospeso mentre ti bruciano i polmoni. Tu che sei steso in un letto asettico. Io che vorrei correre da te a riempirti di insulti, come sempre. Tu che non puoi sapere quanto ho pianto da ieri sera. Io che non posso sapere come stai adesso. Non so nemmeno cosa tu abbia. Tu che ci portavi dappertutto e noi ti facevamo il pieno. Tu che Vaffanculo, te lo dico ora e me lo risparmio dopo. Tu che mi hai sempre dato retta, tu che mi hai buttato a terra quando i miei progetti erano abnormi cazzate, tu che hai sempre saputo distinguere cosa era giusto da cosa era sbagliato. Io che tremo. Combatti bastardo. Combatti.

venerdì 22 maggio 2009

#26

Stendi i tuoi lividi sulle mie nocche, ci abbracciammo in segreto tempo fa. Una mappa di pensieri, quelli di oggi, quelli di ieri, scorre tutto così in fretta nella tua stanza. Come i caffé caldi a luglio sotto il sole, o quando di notte salivi sulle mie due ruote per esplorarci di nascosto nella campagna che un giorno sarà mia. Non ha più lo stesso sapore Barcellona, non ha più lo stesso sapore Bologna, non ha più lo stesso sapore il rosso sui muri scrostati dalla muffa. Le notti europee ci hanno visto respirare fino all'alba, salutare il primo sole sommersi dai libri enormi, immobili nella tua stanza. Festeggiare era per me starti accanto. Festeggiare era per te starmi lontano. Preparavamo il nostro futuro, Eva, preparavo quei cazzo di anni Ottanta mentre tu preparavi la Grande Crisi del Ventinove. Cosa è rimasto se non la copia sbiadita di quei fogli dove ho scritto tutto di noi. Anche tu mi chiamavi spacciatore. Come vedi, non sono cambiato.

Il mio ruolo è quello di camminare avanti a te, per proteggerti e difenderti da tutto ciò che potrebbe ferirti, togliere il sorriso dalle tue labbra e far scomparire la luce dai tuoi occhi. Tienimi con te.

Erano tue parole. Eri tu, ero io. Avrei dovuto ucciderti quando mi sfiorasti le mani per la prima volta, e sapevi che non potevo. Vorrei solo sapessi che ti rivoglio. Ho ancora attimi per respirarti e parole da dirti.

giovedì 14 maggio 2009

#25 - Amen

Quando fuori è caldo e dentro è inverno.
Quando dovresti far qualcosa che serva ma tutto sembra non volerlo.
Quando passi i tuoi pomeriggi sui prati con i tuoi pensieri troppo svegli nella tua testa troppo pigra.
Quando prima di arrivare mi sono fermato a comprare quel libro. Ha una copertina chiara e le quattro lettere del titolo sono quattro segnali.
Quando Senza Estate il Tempo Annega.
Quando di fronte ho un albero brutto con un ramo sporgente e forte e dritto.
Quando torna a prendere piedi l'ipotesi estrema.
Quando realizzi di essere troppo codardo per farlo.
Quando ho lenzuola pulite ad avvolgere il mio corpo sporco.
Quando hai lenzuola sporche ad avvolgere la tua anima pulita.
Quando tutte le parole sai che non ti servon più.
Quando la voce diventa un filo sottile che trema insieme alle foglie.
Quando una foglia verde e grande e forte si stacca e volteggia fino ad arrivarti ai piedi.
Quando non è questo, giuro, non è così che doveva andare.
Quando al diavolo tutto e inizi a scavare nella terra calda in superficie.
Quando la senti umida e decidi che può bastare.
Quando il libro l'ho sepolto, senza neanche cominciarlo. Non mi pare neanche giusto conservarlo insieme agli altri.
Quando immagino che il vento che aspettavi è questa brezza.
Quando forse questa brezza porterà con sé un seme.
Quando forse su quel libro nascerà una nuova vita, non rimpiangerò quel che ho fatto.
Quando ingoi amaro.
Quando il sole scappa e posso alzare la testa.
Quando tenerla abbassata era meglio.
Quando mi alzo e mi guardo attorno e non c'è nessuno.

Quando ne accendo un'altra e son finite.
Quando ho parlato pure troppo.
Quando le tue parole sono sale.
Quando comunque non fai più male.
Quando non è rimasto altro da dire se non

Amen.

#24 - Babylon

Linee tracciate con poca voglia e poca forza da un marker verde su un muretto. E' qui che aspetto, mentre gli arpeggi di qualcuno si insinuano negli angoli più nascosti dei sensi.

Non potrai fermare il battito, non potrai spegnere la luce che arriverà tra poco. Sciare fino ad arrivare a bagnarsi in mare, risalire la corrente di un torrente gelido per scendere sempre più a fondo.

Nelle macchine a noleggio sfiderei il traffico diurno per poterne ricavare l'agilità notturna.

Devo rapirti per cancellare le tue giornate storte. Butto giù altre pillole per non piangere. Tutta colpa del polline.

Fisso i cancelli nelle vetrine e li trovo interessanti. I fantasmi anticipano la tecnologia. Erano capaci di arrivare ovunque, senza barriere. Come ora, posso stare con chiunque, teoricamente. Ma non è uguale. Ho bisogno della tua presenza.

Lo decide chi vince, quando una guerra è finita. E la mia è solo all'inizio. Manderò in trincea le spugne d'aceto che mi lanci. I cinesi parlano per aforismi, li ho sentiti con le unghie.

Non muoverti, sei felice.

lunedì 11 maggio 2009

#23 - Untitled

Conosco mille modi per un sogno.

Il brivido quando ti sfioro, non sapere ciò che ancora sei, tornare nei luoghi che ci hanno visto insieme, restare di notte fermo ad un incrocio, stringere dei piccoli oggetti, le associazioni di colore. E mi addormento curioso di scoprire, di sapere, di vederti. Vorrei trovare le parole più adatte, quelle belle da farti provare almeno un po'del maldipancia che ho io, ma riesco solo a complicare la più elementare delle cose. Sei capace di buttarmi a terra per portarmi in cima un attimo dopo. Né vittoria né sconfitta. Sospensione.

I giri di basso che intagliano groove si sovrappongono fino a diventare una cosa sola, continua. E le casse si fanno in quattro. Più aumenta il ritmo, più mi sento leggero. Più la testa va di selfmove, più mi sento a posto.

L'odore di sigaretta non andrà mai via da questa stanza. Di sera è fresco, caldo e avvolgente, gradevole. Di mattina toglie il respiro.

Chiudo tutto e torno a mezz'aria.

venerdì 8 maggio 2009

#22 - Appunti notturni

Non voglio più. Non che io l'abbia mai voluto. E' che non senti quante rondini ora ci portano rispetto e non cinguettano per noi?

Ho anche deciso che queste pagine saranno più gialle, con buona pace dei pensieri di chi passa ogni tanto.

Trovare qualcosa da dire sarà sempre più difficile, mi asciugherò lentamente. Al buio, con gli occhi sbarrati.

Se è tutto inutile, proverò almeno a non darlo a vedere.

Te l'avevo detto.

#21 - Scottati

Il gotha è in piazza, ha fame di potere. Le stesse facce da anni, gli stessi sorrisi sforzati chiusi in cravatte regimental sui volantini, le stesse promesse inutili.

Eravamo noi a dire che non ci saremmo mai piegati, eravamo solo trenta.

Ora molti hanno smesso, hanno iniziato a mettere il viso sui palchi del corso, per le strade e nella cassetta della posta, con il loro simbolo che ti verrebbe voglia di sbatterglielo in faccia.

Casse di Maalox per un popolo che inizia a farsi domande.

Ho ancora nitido il momento in cui attaccammo la bandiera rossa al tetto, e tu ridevi soddisfatto. Un anno dopo tiri coca, hai il naso rosso e sei più magro.

Non hai solo cambiato lato, cosa ti hanno fatto? Darti un lavoro tra le auto è bastato?

I muratori, impastati, aspettano sempre qualcuno agli angoli delle strade, appena sorge il sole. L'abbiam fatto anche noi.

Io ancora conservo le magliette impolverate di giochi nelle strade assolate. Tu conserva i tuoi spot, ti auguro di scottarti per tornare indietro.

giovedì 7 maggio 2009

#20 - Fuori di qui

Fuori dalle parole sparse, di me c'è soltanto silenzio e l'irritante non saper cosa rispondere. Ma il carroarmato alieno non arriverà mai in tempo. Convivo col mio blocco, che il comunismo è caduto due mesi dopo la mia nascita e io non l'ho mai visto.
Non sono riempitivi, per me hanno senso. Cosa devo fare per te? Non c'è più nulla da fare per me. E' come riprodurre un suono senza strumenti. Ci tengo a te, è abbastanza palese? Avrei dovuto stringerti quando ne avevo facoltà.
Polvere, martire, complice.
Le ore non cambiano i minuti, devo solo provare a non ripensarci ogni istante. Forse così smetterà anche il sangue dal naso. La tentazione è buttarsi a terra ad aspettare. Il pavimento mi ha sempre tentato ed io non respiro già più.
Sono soltanto un avvoltoio. Bagnato fino all'anima e circondato dagli occhi tutti uguali degli indiani.
Tu metti l'assenza, il buio sopra noi, questa notte che fa freddo ed è lontano e mezze maniche stropicciate da indossare per dormire.
L'aria del mattino taglia gli occhi rossi, profuma di gomma e di freddo.
Guardare in faccia la realtà, alternativa discutibile. Lasciatemi sospeso, afferro questo giallo dirigibile.
E mai abbastanza coraggio per prenderti le mani e dirti che sono qua.

lunedì 4 maggio 2009

#19 - Ventole e compleanni

Mi piombi dentro come nicotina nei polmoni esausti.
Mi asciughi pretendendo che il mio tempo oggi non passi.
Incidi frasi sotto la mia pelle che nessuno troverà, neanche cercando bene.

Ti ricordi quella strada chiusa quella notte?
Non sapevi che per sete ti guardavo gli occhi.

E giorni ancora passeranno sui detriti di bottiglie e le pozzanghere si riempiranno e si asciugheranno ancora mille volte.

Non arriveranno vibrazioni a portarmi un po'di te. Che non siamo liberi lo sappiamo, tu cos'hai? Io cos'ho?

Doveva essere una canzone, ma mancano melodie armoniose. Bruciano le tempie di sole, sale e amianto. E gli scoppi che seguono muoiono. Senza più l'ombra di un'eco. Zitti. Prendimi in cura da te.

Che odio i tram, te l'avevo già detto? Eppure ho anche ricominciato a mangiare carne, per essere meno nervoso. non è questo lo stile di ballo che mi piace.

La signora che occupa due posti. I suoi sguardi sulle mie righe strane e sgarrupate. Troppo, scendo.

Pochi minuti di assenza dal mondo, i miei pensieri sconnessi nascondono l'impotenza mentre ti sto accanto. Forse ti spavento, ma non vorrei.

Ventole e regali, che dormire male ha preso un senso.

domenica 3 maggio 2009

#18 - Scritto a fuoco

Scorrono i chilometri, prima o poi finiranno. Meglio star giù in produzione, che se alzo la testa si sente la nausea.

Il fine giustifica i mezzi.

Non è che mi concedo mille lussi, è che sei tu a spostarti e ti seguo.

L'insegna Ipercoop si accende stanca, voglio anch'io essere stanco.

E' che mi prendi, anzi mi hai preso già. So quel tanto che basta per dubitare. Forse non ti rivolgi a me.

Scrivo e cancello, che non voglio mostrarmi debole, non fino a questo punto.

C'è sempre traffico da queste parti. Sulla strada, nella testa. Il bello è che poi mi chiedono perché proprio qui? Il bello è che continuo a dare la risposta esatta alla domanda sbagliata.

Non sanno che il buio mi ha ingoiato per poi sbattermi fuori. Fai la fila come tutti, che c'è troppa gente.

Devi imparare a vendere le tue previsioni.

La carta, la pioggia, le feste, la musica, i nostri bpm sanguigni all'unisono, le mani, la folla, i maxischermi, la croce rossa, le luci intermittenti, quel che ho in corpo e la tua voce da mordere. Tutto scritto a fuoco.

giovedì 30 aprile 2009

#17 - Cardiaco benestare

E' sempre più complicato non cadere nella banalità. Cerco parole-immagini, consapevole del fatto che se c'è ancora qualcosa da inventare, non sarò certo io a farlo.

Sento crac ovunque, alzo la testa, ma non basta. Devo girarmi per vedere che ore sono. Le 2.08, è decisamente ora che stop.

Vedi? Mi blocco anche solo a parlare. Non sono i referendum abrogativi. Figurarsi se c'entrano qualcosa i decreti legge. E' una conseguenza naturale, credo.

Da solo parlo, anche forse troppo. Sono un monologhista logorroico. Basta poco per farmi bloccare. Non fanno differenza i colori delle maglie, conta chi le abita.

Ci sono posti in cui non sono ancora stato, e un panorama che non ho ancora visto dovrà esistere. Varchi temporali di illogicità si aprono risucchiandomi, riuscirò forse solo così a creare sequenze coerenti.

E' che non sono abbastanza distante per poter scrivere a lungo. Sette, otto ore fa ero in trance, lucido da star bene per mesi. No, non c'entra la musica. E nemmeno i libri a circondarci.

Dell'amaro che nascondi mi nutro.
Sto sorridendo, cosa c'è di male?

mercoledì 29 aprile 2009

#16 - Io sto bene

Si comincia con l'osservare il mondo scorrere sotto le gocce che non vuole.

L'ennesima sigaretta brucia, è possibile scaldarsi. Te li ricordi quei semafori verdi? Sembra già un'era fa.

Sfoglio parole nella mente; non voglio essere monotono, figurati pesante.

Per distrarmi ho i miei libri, anche se preferisco rigirarli tra le mani e osservarne i colori, ormai quelle parole non sono più capaci di prendermi.

Sprofondo nella sedia, torturandomi a cercare di capire la provenienza di ogni cosa che mi passa per lamente. Non si può fermare tutto qui.

Ma di questo vento? Non so niente.

A passi irregolari e scostanti ho deciso di decidere, che non è affatto una scelta pessima, è solo che non ci sono abituato.

E' un basta. E' un rialzare la testa. E' far scorrere l'acqua al contrario, sfidando le leggi gravitazionali. Sceglierò i guai da calpestare e ne conserverò altri come promemoria.

Che non si sa mai.

Ho deciso di decidere, è solo questione di quel che potevo risparmiarmi.